Posts written by Fade To R e d

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    Sbuffò come un bambino appena ripreso dalla madre. E la cosa era così assurda che si commentava da sé.
    -prima di tutto, so difendermi. E poi anche tu ti sei sbilanciato un po' troppo, magari la prossima volta potresti venir stuprato da qualcuno che non sa stare agli scherzi e che potrebbe pensare che fai davvero cadere pe saponette~~-
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    Quindi Elliot non capiva perché si era comportato in quel modo...
    "Oh, be', ti assicuro che siamo in due a non capirlo" pensò, per poi permettersi un sospiro.
    -un "non ne ho idea" la accetti come risposta?~- chiese-magari è colpa della botta in testa~- scherzò
    "Ceeerto... magari è che la botta non la volevo in testa" pensò, evitando accuratamente di dirlo ad alta voce.
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    Rimase ancora qualche istante in bagno per "riprendersi" e poi si avviò direttamente al cucinino. Si permise un rapido sospiro e poi sciacquò rapidamente le due tazze che erano state abbandonate al proprio destino. Mise via i biscotti e poi si mise a letto.
    Si chiese se dovesse scusarsi con Elliot.
    "Ma va! Non c'è rimasto male, perché dovrei scusarmi?" Si domandò, per poi rispondersi che sì, si sarebbe scusato e l'avrebbe fatto perchè dopotutto era una persona decente, lui.
    -Scusami... non avrei dovuto fare l'idiota in quel modo-
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    Quando Elliot ebbe la brillante idea di strusciarsi contro di lui, dovette mordersi forte il labbro inferiore per impedirsi di mugolare come un idiota. Improvvisamente, senza che lui potesse avere il tempo materiale di rendersene conto, la sua idea gli si era rivoltata contro.
    “Mi sono messo nei guai da solo, eh?” si domandò, decidendo che doveva riprendere immediatamente il controllo. “Insomma, non sono mica una prostituta, questo tizio lo conosco da una manciata di ore”.
    Una mano del ragazzo gli accarezzò un fianco e lui si affrettò a fermarlo, per poi voltarsi verso di lui, dovendo ammettere con se stesso che avrebbe fatto meglio a non provocarlo; senza contare che provocarlo mentre aveva quei vestiti addosso era stato davvero di pessimo gusto.
    “Sono un idiota. Wow, che scoperta”.
    «Complimenti, bella prova~. Ora però vai a fare la nanna, signor non-poi-così-etero~»
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    Non riuscì a trattenere un ghigno compiaciuto quando si rese conto che Elliot lo aveva seguito, per poi poggiarsi allo stipite della porta per ammirare lo “spettacolo”.
    Non che stesse facendo chissà cosa, si stava limitando a recuperare tutte le saponette all’interno del minuscolo bagno, ma a quanto pareva, Elliot stava decisamente apprezzando.
    “Ed hai anche la faccia tosta di definirti etero?” pensò, divertito, mentre l’altro gli domandava perché mai dovesse nascondere le saponette.
    Lo sentì avvicinarsi, ma ogni traccia di baldanza sparì da Leo solo nel momento in cui sentì il corpo di Elliot aderire perfettamente al suo, come se fossero fatti per incastrarsi. Non riuscì a trattenere un piccolo brivido, che gli attraversò tutta la schiena.
    “Ma che?-“
    Il secondo brivido, più devastante, arrivò quando Elliot gli sussurrò qualcosa all’orecchio, qualcosa che lui non riuscì neanche a comprendere.
    “Cosa diamine sta succedendo?”
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    “Ah, adesso fa il difficile?” pensò, senza riuscire a smettere di sorridere. Insomma, il fatto che ogni ragazzo omossessuale avesse incorporato un “gay-radar” era solo una stupidissima leggenda metropolitana, eppure Leo aveva la certezza che Elliot Nightray fosse eterosessuale quanto un mazzo di viole.
    “E quindi davvero molto poco” si disse, per poi alzarsi.
    Gli concesse un sorriso accondiscendente, come se stesse facendo finta di dare ragione ad un bambino piccolo che aveva detto qualcosa di tremendamente stupido.
    «Proprio come pensavo~ Be’, penso che andrò a nascondere tutte le saponette~» disse, andando in bagno senza curarsi di chiudere la porta.
    “E non fare finta di non star fissando il mio culo~” pensò.
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    Ridacchiò appena quando si rese conto che Elliot era caduto nella sua “trappola” con tutte le scarpe.
    “Poverino, dev’essere da un sacco di tempo che non scopa” pensò, avvicinandosi a sua volta ad Elliot.
    «E allora? Sei solo chiacchiere e distintivo o hai anche intenzione di provarmi che sto sbagliando?» chiese con un ghigno.
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    Quando sentì la mano di Elliot sfiorargli la guancia, non riuscì a non sorridere.
    “Dev’essere un sogno. Un meraviglioso sogno” pensò, estraniandosi qualche secondo dalla realtà per concentrarsi unicamente sulle dita dell’altro ragazzo.
    Tornò al presente solo quando sentì Elliot parlare.
    Anche Elliot pensava che entrambi avessero fatto cose che solitamente non si fanno per degli amici e la cosa sembrava imbarazzarlo un po’, vista la risatina nervosa che ne seguì.
    Ciò che il ragazzo disse dopo, tuttavia, ebbe il potere di farlo arrossire fino alla punta dei capelli. Elliot credeva che il bacio gli fosse piaciuto… “Perfetto…”
    «Sai… credo che anche a me non sia dispiaciuto» disse, cercando di non balbettare come Elliot.
    “Insomma, non posso farmi fregare da una simil-dichiarazione”.
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    Ovviamente non gli sfuggì la reazione di Elliot e la cosa lo divertì oltre ad ogni limite.
    “Voglio dire, guardatelo: un secondo prima sembra più che deciso a sbattermi sul tavolo della cucina pur di provare che mi sbaglio, mentre un secondo dopo si ricorda che crede di essere etero~ Adorabile ~” pensò sorridendogli, sornione.
    «Non sembri d’accordo, vuoi forse farmi credere che mi sto sbagliando?» domandò senza smettere di sorridere, per poi mordicchiare un biscotto in modo forse un po’ troppo provocante.
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    Fece come gli aveva suggerito Elliot, pur non provando il minimo sollievo.
    “Penso che non berrò mai più tè in vita mia” si disse, imprecando mentalmente contro tutti gli Dei esistenti. Sospirò e allontanò appena la propria tazza con il dorso della mano, decidendo di dedicarsi totalmente ai biscotti.
    «Secondo me? Be’, secondo me sei proprio uno di quelli che fanno cadere la saponetta~~~».
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    “Oh, be’, almeno un po’ di senso dell’umorismo ce l’ha” pensò, divertito, finendo di preparare il tè. Lo versò in due tazze e ne mise una davanti ad Elliot.
    «Fammi capire, tu sei uno di quelli che fanno cadere la saponetta?» scherzò mentre zuccherava distrattamente la propria bevanda.
    Si portò la tazza alle labbra, ricordandosi troppo tardi che il tè era ancora bollente e potenzialmente letale. Cercò comunque di mantenere una certa dignità, facendo relativamente finta di niente, come se non avesse appena inghiottito lava.
    “Di bene in meglio… sul serio…”
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    Mise a bollire dell’acqua e tirò fuori un pacchetto di biscotti, che mise sul tavolo.
    Ridacchiò appena alla domanda di Elliot, «Certo, esco con i giganti… ma non ti illudere, non sei il mio tipo» scherzò, sgranocchiando un biscotto.
    A dire il vero un po’ gli dava fastidio parlare del proprietario dei vestiti che stava indossando Elliot, quindi decise che dire qualcosa di stupido e frivolo sarebbe stato il modo migliore per sviare il discorso.
    «Per quanto riguarda te, piuttosto? Guarda che rimorchiare colpendo le persone alla testa non va più di moda dai tempi dei cavernicoli».
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    Si stiracchiò per bene e poi andò nel piccolo cucinino.
    «Io mi faccio una tazza di tè, ne vuoi?» domandò, trattenendo a stento uno sbadiglio. Per quanto la doccia fosse stata decisamente galvanizzante, per togliersi definitivamente di dosso tutto il gelo che sentiva, aveva il vitale bisogno di una tazza di tè bollente. E magari qualche biscotto, dopotutto aveva saltato la cena.
    Al solo pensiero dei biscotti, sentì lo stomaco brontolare piano.
    “No, ma seriamente? Non è che non mangio da due mesi, eh” pensò con aria di rimprovero, rivolto al proprio stomaco. Questo prima di ricordarsi che probabilmente parlare al proprio stomaco non era l’immagine stessa della sanità mentale.
    “Oh, be’, pazienza”.
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    Si concesse un rapido sorriso alla domanda di Elliot.
    “Ah, beata innocenza” pensò, ironico. Certo, un fratello, come no… Che poi, c’era anche da mettere in conto che se lui avesse davvero avuto un fratello di quelle dimensioni, la verità poteva essere solo una: uno di loro era senza dubbio stato adottato.
    Si prese il pigiama e si limitò a stringersi nelle spalle. «Nah, nessun fratello. Li ha lasciati qui un mio ex» disse tranquillamente per poi andare in bagno.
    Finì di spogliarsi e aprì al massimo l’acqua calda, per poi fiondarsi sotto il suo getto.
    Sospirò di sollievo ed indugiò nella doccia qualche minuto in più rispetto al tempo necessario a lavarsi.
    Si asciugò e si vestì rapidamente, per poi tornare nell’altra stanza.
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    Quando Elliot decise che –a quanto pareva- sarebbe potuta essere una grandiosissima idea spogliarsi in mezzo alla stanza, anziché in bagno, cercò di non mostrarsi troppo interessato al… ehm… panorama.
    “Magnifico, sul serio: ci mancava solo il diventare un maniaco sessuale per concludere in bellezza la giornata.” Sbuffò contrariato, anche se nell’immediato futuro dovette ammettere con se stesso che era stato lui ad iniziare quella pantomima e adesso aveva perso ogni diritto di lamentarsi.
    “Ecco come finisce quando decido di comportarmi da idiota. No, sul serio, i miei neuroni si sono appena suicidati solo per potersi rivoltare nelle loro tombe” pensò, mentre ascoltava lo scrosciare della doccia. Se avesse deciso di continuare con quella assurda gara a chi riusciva a mettere in imbarazzo l’altro, probabilmente sarebbe entrato in bagno con qualche scusa, ma in qualche modo decise che per quella sera aveva già dato il “peggio” di sé e non valeva la pena continuare; afferrò, quindi, il primo libro che gli capitò in mano, decidendo di ingannare l’attesa leggendo un po’.
    Riuscì a terminare un intero capitolo prima che Elliot si degnasse di uscire dal suo bagno, avvolto in un asciugamano.
    “Be’, almeno adesso ha avuto la decenza di coprirsi” pensò placidamente, mentre l’altro blaterava qualcosa sul fatto che sicuramente non aveva nulla da prestargli per la notte.
    «No, forse ho qualcosina» disse, per poi aprire a fatica un cassetto. Cose che Qualcuno aveva dimenticato da lui.
    Prese rapidamente qualcosa di leggermente più grosso della taglia di Elliot, per poi esitare qualche istante.
    “Oh, non essere sciocco, o gli presti qualcosa o dovrà dormire nudo. Nel tuo stesso letto. Idiota” si disse, porgendo gli indumenti al ragazzo.
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