Posts written by __shiroi

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    Mi sa che forse dovremmo fare la continuazione davvero nella Magione xDD Credo si possa fare, no? °.°


    Mentre riordinava i pensieri e cercava di mantenersi calmo nonostante la sfilza di stranezze del giorno, Oz notò con sollievo che non era l'unico turbato dalla cosa. Leo stava scaricando il nervosismo sui lunghi capelli scuri. Probabilmente, pensò, per lui è ancora più complicata la situazione. In effetti, per il biondo dover convincere qualcuno della veridicità della sua "avventura" non era poi tanto strano, ma, guardandola dal punto di vista del moro, scoprire che la propria melodia, appena composta, è già stranamente esistente non deve essere facile da accettare. Istintivamente gli venne da sorridere, non trovando altro modo per rassicurarlo o essergli d'aiuto. Prese l'orologio e se lo rigirò fra le mani, in cerca, chissà, di qualsiasi cosa, anche la più piccola. Ma l'aveva esaminato già così tante volte che nulla gli parve nuovo. Al contrario, il fatto che fosse tutto uguale gli dava in qualche modo sui nervi.
    « In realtà, penso che il compositore risalga a molto più di 10 anni fa. La tomba era vecchia, così tanto che, come ti ho detto, non si leggeva il nome della persona a cui appartenesse. Il luogo sotterraneo poi era completamente abbandonato » disse, sospirando. Lasciò stare l'oggetto d'oro e si distese sullo schienale della sedia, gettando la testa all'indietro. Non sapeva proprio cosa fare. E i suoi pensieri gli parvero così rumorosi che per un attimo ebbe paura che Leo li potesse sentire. La proposta che gli giunse all'orecchio, però, quella di rivisitare il luogo in questione, era decisamente allettante, e, come l'altro, moriva dalla curiosità di venire a capo di quel mistero. Si rimise seduto composto, poggiando i gomiti sul tavolo.
    « Per me va bene. Ormai è diventata una questione di principio » ironizzò « Sicuramente se fossimo sul posto, e in due per di più, potremmo trovare qualcosa, chi lo sa » continuò, alzandosi in piedi « Direi che adesso mi basta solo invitarti ufficialmente nella Magione dei Vessalius »
    Gli sorrise, tenendogli una mano come invito.
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    Anche io <3 *-* sta venendo su proprio bene!


    Oz rimase pazientemente ad aspettare la risposta di Leo, anche se sentiva benissimo i nervi tesi. Finalmente stava per sapere qualcosa in più su quella canzone, che gli infondeva vagamente tanta nostalgia, nonostante non si spiegasse il perché. Sono sicurissimo di non averla mai ascoltata, prima di aprire l'orologio si ripeteva da sempre. Intanto l'altro si rigirava il suddetto fra le mani, studiandolo. Il biondo capì che probabilmente anche lui stava cercando le parole giuste per iniziare a parlare. Lo vide anche premere il pulsante in cima e riascoltare la melodia completa. Anche se passarono pochi minuti, a Oz parve un'eternità, di quanto lo rodeva la curiosità, ed è inutile dire che rimase parecchio basito dalla risposta che ricevette. L'ha composta lui? pensò, stupito. Aveva fatto tantissime supposizioni, su chi poteva essere il compositore, arrivando anche a dedurre che dovesse essere qualcuno di caro alla persona di cui lui e Gil avevano trovato la tomba, visto che l'orologio era stato lasciato lì. Aveva anche viaggiato con la fantasia in quei minuti, immaginandosi cosa gli avrebbe detto Leo. Eppure non era niente di tutto quello, e ciò lo prese alla sprovvista. Com'era possibile? Se l'aveva composta lui, cosa ci faceva in un carillon di chissà quanti anni prima? Per un attimo Oz pensò che gli stesse dicendo una cavolata, per prenderlo in giro. Ma dall'espressione incredula di Leo, capì che doveva essere per forza la verità. Lì per lì non seppe cosa pensare, né cosa dire. Fissò un punto indefinito del vuoto. Non aveva subito anche lui stesso una cosa al limite del reale? Eppure, per quanto si sforzasse di trovare una soluzione, quella era proprio un'assurdità bella e buona. Sospirò, mettendo su un sorriso.
    « Diciamo che entrambi abbiamo a che fare con cose proprio strane, ma comunque ti credo » esordì, infine, ridacchiando « Se è davvero così, non possiamo farci nulla » Esatto. In quel momento poteva solo accettare la cosa. « Resta tutto molto strano, però » Mutò espressione in una più seria « Posso solo dirti che ho trovato questo orologio il giorno della mia cerimonia, 10 anni fa. Era appeso nella mia magione ad una tomba sotterranea, però non si leggeva di chi fosse » Gli venne spontaneo ripensare al nome della melodia che si era prepotentemente insidiato nella mente di Leo. Lacie. Che sia anche il nome scritto sulla tomba?
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    Mentre aveva esposto tutto il suo discorso, Oz si era accorto di vari cambiamenti nell'espressione di Leo. Lo scetticismo che aveva predominato all'inizio, aveva lasciato il posto a qualcosa che il biondo non aveva afferrato subito. Paura? Stupore? Forse entrambe, ma non appena la parola Abisso era uscita dalle sue labbra il viso del moro si era rabbuiato subito. Che sappia qualcosa? La sua ultima frase aleggiava ancora nel silenzio, spezzato dal risuonare in lontananza di passi svelti. Oz non ci fece caso più di tanto, sia Gil che Alice se la sapevano cavare egregiamente anche senza di lui, in caso di guai. Era in attesa di un qualche segno di vita dell'altro, che sembrava stesse rimuginando su alcuni pensieri, come aveva fatto lui prima. Sentiva il nervosismo dell'aspettare fino alle punte dei capelli, e cercava di scaricare la tensione picchiettando le dita sul tavolo. Il lungo sospirò che tirò al parlare dell'interlocutore era di gran sollievo. Leo gli credeva, anche se in parte e in modo un po' titubante. Non era sicuro di aver scampato il pericolo di essere considerato un visionario, ma almeno era già qualcosa. Le labbra si arricciarono in un gran sorriso e il viso di Oz si illuminò.
    « Sempre meglio di nulla » rispose, ironizzando. Allungò una mano sull'orologio dorato, per poi spostarlo più vicino a Leo. « Adesso è il tuo turno. Ti sarei davvero grato se potessi dirmi qualcosa sulla melodia del carillon » Ricordava ancora benissimo la prima volta che l'aveva ascoltata, in fondo per lui non era passato così tanto. Diede un'altra rapida occhiata all'oggetto. Nostalgia, ecco cosa aveva provato nell'udire il susseguirsi delle note, prima di ritrovarsi in quella che lui aveva attributo come visione. Il ridere delle bambole e la paura che l'aveva attanagliato mentre quella ragazza così simile ad Alice gli ripeteva di volerlo uccidere erano vividi, marcati per bene nella sua memoria. Il tono scherzoso lasciò subito il posto a quello serio, e il sorriso scemò via « Sai per caso chi l'ha composta? »
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    Oz rimase basito davanti allo scetticismo dell'altro, ben convinto a non credergli. In più il tono sarcastico che aveva usato lo infastidiva non poco. Mi sta prendendo in giro? La somiglianza con Ada non la vedeva sul serio? Fu tentato di rispondergli, anch'egli con ironia, che avrebbe fatto meglio a togliersi quella frangetta dagli occhi e dare bene un'occhiata alla persona con chi stesse parlando. Ragionando poi bene, però, si diede mentalmente dello stupido e sospirò, avvilito. Non c'era da biasimarlo. Era normalissimo che, per Leo, credere seriamente di avere davanti Oz Vessalius, il figlio del Duca sparito 10 anni prima, risultasse ai limiti dell'assurdo. E il ragionamento espostogli non faceva una piega. Se solo non fosse stato gettato in un luogo in cui il tempo si deforma, al momento avrebbe ben 25 anni. Ma ovviamente, il particolare sull'Abisso non era stato calcolato. Interdetto, rifletté se era giusto dire o meno a Leo la verità riguardante la sua cerimonia di passaggio d'età, ma a conti fatti il danno era già stato fatto. In più fremeva dalla curiosità di sapere qualcosa sulla melodia dell'orologio. Mentre quest'ultima, poi, giungeva quasi al termine, Oz richiuse l'oggetto, richiamando il silenzio, e lo poggiò sul tavolo accanto a lui, afferrando una sedia e sedendosi. Fece cenno a Leo di fare altrettanto. Con calma cercò di assemblare tutti i tasselli e valutò da dove cominciare il discorso. Sospirò ancora.
    « Io ti direi davvero chi sono realmente, se non l'avessi già fatto » cominciò, tenendo gli occhi fissi sull'interlocutore. « Capisco perfettamente che ti venga difficile crederlo. Fidati, persino io faccio ancora fatica ad accettare gli effetti di ben 10 anni di mia assenza »
    Giocherellò con la catenella dell'orologio, cercando di mantenersi il più calmo possibile. Prese un grosso respiro prima di proseguire.
    « Ho un vuoto enorme di 10 anni. Il giorno in cui si dice io sia sparito, in realtà sono stato gettato nell'Abisso, senza nemmeno sapere perché » fece una pausa, lasciando che l'altro assimilasse ciò che aveva detto « Forse lo sai già, ma il tempo lì si distorce. Anche se io potrei giurare di esserci stato solo qualche ora, a conti fatti nella realtà è passato un decennio »
    Concentrò la sua attenzione sulla catenella attorcigliata completamente al dito. La lasciò stare e tornò a guardare Leo. Gli sorrise, un po' nervoso, pensando che adesso l'avrebbe seriamente preso per un enorme idiota, o un pazzo visionario.
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    Oz trovò particolarmente divertente lo scenario di tutti quei parenti che, come lui, cercavano di entrare di soppiatto nell'istituto, nascondendosi qua e là, creando tanto di quel trambusto da portare all'esasperazione, e improvvisamente si sentì in parte colpevole. Non biasimava di certo il desiderio di tranquillità del ragazzo silenzioso che finalmente aveva un nome, Leo. Gli sorrise di rimando, contento di essersi fatto un nuovo amico, a ben vedere. Era così preso dalla discussione e dalla situazione che ignorò su due piedi il fatto che proprio quel nome gli pizzicasse leggermente la memoria, come se l'avesse sentito da qualche parte. Fece diversi passi in direzione di Leo, avvicinandosi a lui.
    « Io sono Oz » gli tese la mano « Piacere » esordì poi. Ora che era così vicino, il biondo si accorse di come la frangetta dell'altro fosse calata sugli occhi in modo bizzarro, in quando pareva che gli oscurasse gran parte della vista. Non gli da fastidio? pensò istintivamente.
    « In realtà ho già incontrato mia sorella, è Ada Vessalius, probabilmente la conosci. Ha i capelli lunghi e biondi, gli occhi verdi, diciamo che ci somigliamo parecchio » continuò, per poi ridacchiò leggermente. Gli sembrava ancora molto strano considerare la sua sorellina già così grande. Nonostante lui ne avesse sofferto poco, il suo vuoto di ben 10 anni aveva mutato tantissime cose a cui doveva decisamente abituarsi.
    « Ci siamo separati perché sono corso a cercare i due studenti che stavano suonando prima al piano » infilò una mano nella tasca ed estrasse l'orologio d'oro da taschino. Lo guardò per qualche istante. «La melodia era molto simile a quella di questo... » si bloccò, come se avesse avuto una sorta di illuminazione. Le parole di Ada gli rimbombarono forte nella testa, sopprimendo il silenzio formatosi. Sicuramente erano Elliot-kun e Leo-kun! Rivolse un veloce sguardo assente al moro. Come cavolo aveva fatto a non accorgersene subito? Il ragazzo di fronte a lui era uno dei due pianisti che stava cercando.
    Senza accorgersene, le sue dita erano intanto scivolate abili sul bottone superiore dell'orologio, premendolo e facendo sì che si aprisse, per lasciare che la melodia del carillon risuonasse leggera nella sala.
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    Il sorriso allegro che Oz aveva messo su dopo la battuta sulla sedia scemò lentamente, mentre assimilava ciò che aveva appena detto l'altro. Oh Cavolo pensò e si domandò subito dopo se fosse stato riconosciuto sin dall'inizio. Cercò di non farsi prendere dal panico, metabolizzando una soluzione decente senza finire nei pasticci. Se fosse corso via non avrebbe cavato un ragno da un buco, probabilmente il ragazzo gli sarebbe anche venuto dietro, e se avesse negato quella che era l'evidenza spudorata, avrebbe fatto la figura dell'idiota, visto e considerato che sicuramente il suo interlocutore non era scemo. Diede una rapida occhiata in giro, sperando magari che qualche forza miracolosa facesse apparire Ada, o Gilbert, o chiunque altro potesse essergli d'aiuto. Ma doveva proprio avere il fato avverso, perché erano davvero completamente soli in quella Biblioteca, e dal corridoio giungeva il silenzio più religioso, segno che nessuno era in arrivo, né di passaggio. Sospirò, dovendo infine scartare anche la possibilità di salvataggio esterno. Doveva cavarsela da solo. Riprese quindi a ridere nervosamente, pizzicandosi ora la base della guancia con altrettanto nervosismo.
    « A quanto pare sono stato beccato, eh? » disse, lasciandosi stare quasi subito il viso per evitare che diventasse rosso « Il fatto è che sono venuto a trovare mia sorella, dopo molto tempo che non ci vedevamo, e mio zio ha fatto un po' di testa sua, creando più trambusto che altro » ammise, infine. Era l'unica soluzione possibile a cui era arrivato. Inutile inventarsi qualcosa di assurdo o inverosimile, non avrebbe avuto scampo comunque. Inoltre, l'interlocutore, di cui non sapeva ancora il nome, non aveva proprio l'aria di chi era pronto a fare la spia.

    Non so te, ma a me sta piacendo un sacco la role <3
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    Il silenzio si era annidato nuovamente nella sala, e stavolta anche nella mente di Oz. Il biondo si sorprese non poco della strana domanda che gli era stata rivolta all'improvviso. Rivolse uno sguardo confuso ai numerosi mobili pesanti che correvano lungo il tavolo di fianco a lui, soffermandosi soprattutto su quella più vicina che aveva rischiato di far cadere pocanzi. A stento trattenne la fragorosa risata che gli riaffiorava sulle labbra dal fondo della gola. Non poté fare a meno di sorridere, cullandosi anche sul fatto che a prima vista il ragazzo silenzioso sembrava non averlo riconosciuto come un intruso. Meno male, sarebbe stato un grattacapo in più da sistemare. In quel momento preferiva avere meno problemi possibili, visto il suo obiettivo specifico di trovare quei due studenti, e in fretta, vista la voce che circolava già da un po' riguardante delle persone estranee all'interno dell'istituto. Tirò un lieve sospiro di sollievo nell'appurare la sua breve situazione stabile. Ridacchiò, con aria nervosa, grattandosi leggermente la nuca.
    « In realtà credo dovresti chiederlo alla sedia se io ho fatto qualcosa, visto che mi si para continuamente davanti ovunque vada » rispose, in tono ironico. Osservò nuovamente il suo interlocutore. Doveva avere su per giù la sua stessa età, forse qualche anno più grande, e dall'aria pacata e silenziosa che dimostrava sembrava non avere intenzioni ostili, almeno per il momento. In più cominciava anche a stargli simpatico.
    « Mi spiace per il rumore di prima » continuò, facendo conversazione « Vieni qui in Biblioteca spesso? »
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    Sono contenta che ti piaccia *-*


    Oz si morse quasi la lingua, pentendosi immediatamente di aver anche urlato. In realtà, avrebbe voluto decisamente che la sua attenzione si fosse destata qualche attimo prima, per accorgersi della sedia che gli si era presentata davanti. Invece, tutto preso dall'ambiente esterno, non si era accorto di niente. Titubante, rimase immobile a guardare per un po' il pesante mobile ancora disteso sul pavimento liscio e lucido. Il fracasso generato dalle due superfici che si erano scontrate avrebbe provocato quantomeno un infarto a chiunque fosse stato all'interno Biblioteca e per un attimo il biondo sperò come non mai che non vi fosse davvero nessuno, lì dentro. Non udì né imprecazioni, né passi, né qualcosa che potesse essere attribuita alla presenza di qualcuno, quindi tirò un lungo sospiro, a metà fra il tranquillizzato e l'avvilito. Una sorta di paradosso. Nessuno significava niente guai, ma anche che la sua ricerca del pianista (o dei pianisti, a quanto aveva capito) aveva trovato un nuovo vicolo cieco.
    Forse è meglio che rimetta a posto tutto e faccia finta di nulla pensò. Si abbassò un po', afferrò saldamente con entrambe le mani la sedia e la sollevò, stando attento a non fare altro rumore. Evitò il più possibile di non strisciarla, mentre la riposizionava correttamente accanto al tavolo.
    « Così dovrebbe andare » sussurrò. Diede una rapida occhiata nel corridoio tra i due scaffali di fronte a lui, a quello successivo, e quello dopo ancora, per darsi l'ennesima conferma della totale desolazione del luogo. Almeno nessuno ha sentito nulla si continuò ad augurare. Per uno studente qualsiasi sarebbe stato facilissimo memorizzare le facce degli altri, e nell'incontrarne una totalmente nuova dopo un avviso di intrusi all'interno della scuola, facendo due più due, avrebbe capito che lui era uno di quelli. Rimuginò per un po' sul da farsi e decise che sicuramente Ada sarebbe stata molto più aiuto piuttosto che rimanere a fissare il vuoto attorno a lui. Si voltò verso l'ingresso e per poco non gli venne un colpo. Un ragazzo dalla folta chioma scura, un paio di occhiali spessi e la frangetta calata davanti agli occhi se ne stava qualche metro più in là a quelle che prima erano le sue spalle, in silenzio. Oz non l'aveva completamente sentito arrivare. Sobbalzò dallo spavento e ci mancò poco che facesse cadere un'altra sedia. Che diavolo sta facendo??
    Ancora sconcertato e con la tachicardia a mille, il biondo cercò di ricomporsi. « Ehm, salve » riuscì a dire, facendo un cenno con la mano in segno di saluto.
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    CITAZIONE
    Durante la Retrace 25

    Legenda:
    descritto
    « parlato »
    pensato


    Oz era corso via all'improvviso al suono di una melodia eseguita al piano che aveva riconosciuto quasi subito. La melodia dell'orologio. Le note, prodotte con sicurezza e maestria dalle mani di 2 persone, volavano leggere nell'aria e lo avevano guidato su per la rampa di scale, fino alla sala della musica vuota, in cui aveva trovato un pianoforte laccato nero, anch'esso stranamente vuoto. Nessuno seduto lì. Nessuno che premeva tasti. Nessuno che faceva musica. Era rimasto vagamente disorientato solo per poco, il tempo di ricomporre le informazioni, poi era sfrecciato nuovamente via da lì, diretto altrove. Un fastidioso tarlo nella sua testa lo spingeva a correre per i corridoi senza fermarsi, neanche quando i polmoni bruciavano e il fianco iniziava a dolergli per via dello sforzo. Doveva scoprire chi è che stava suonando, e chiedergli di quella canzone. Come faceva a conoscerla? Svoltò un paio di volte, saltò qualche gradino di troppo, piombando quindi nella sala più grande di tutto l'istituto, la Biblioteca. Con il fiato corto, Oz si concesse un po' riposo, mentre girovagava con lo sguardo nel nuovo ambiente che gli si era presentato.
    « Non c'è nessuno nemmeno qui? » disse, tra un sospiro all'altro, cercando di stabilizzare il respiro irregolare. Estrasse l'orologio dalla tasca, senza aprirlo, e lo osservò con attenzione. La luce che entrava dalle larghe finestre creava un susseguirsi di ombre lungo le incisioni che decoravano il fronte dell'oggetto. Non sapeva se avrebbe concretamente risolto qualcosa, avendo notizie in più sulla dolce musica del carillon al suo interno, ma se ne aveva l'occasione, non vedeva il motivo per sprecarla. Rivolse quindi la sua attenzione nuovamente alla stanza e a ciò che udiva. Il silenzio più assoluto. Non se ne stupiva in realtà, visto che in un luogo di lettura si è soliti non parlare per non recare disturbo agli altri. Tirò un lungo sospiro, un po' abbattuto. A quanto pareva non c'era nulla che dava segni di vita. Anche lì, neanche un'anima viva.
    Ripose a quel punto l'orologio nella sua tasca, al suo posto, e avanzò, guardando i grandi scaffali attorno a lui. Alti diversi metri, raggiungevano il tetto, e ospitavano file e file di libri. Volumi enciclopedici, manuali di medicina, storie di fantasia, sicuramente in quel luogo si trovavano le più svariate tipologie di pagine stampate. Non ricordava se la biblioteca dei Vessalius fosse tanto grande. Ad ogni modo, nonostante non fosse un lettore particolarmente accanito, i libri gli avevano fatto compagnia nelle ore di studio e nei giorni di assoluta solitudine alla villa, durante i quali non gli era permesso uscire a giocare. Distratto dai ricordi e della maestosità che emanavano gli scaffali, Oz urtò accidentalmente una delle pesanti sedie evidentemente mal sistemata al tavolo. Il biondo non ebbe il tempo di afferrarla che questa cadde rovinosamente a terra, facendo un rumore infernale.
    « Accidenti! » urlò, senza riuscire a zittirsi in tempo. Si era portato anche le mani alle orecchie, nel frattempo, come se in quel modo avrebbe evitato che un tale fracasso si propagasse nel silenzio religioso della sala.

    Ammetto che non avevo uno straccio di idea xD Mi andava solo di ruolare, e mi spiace anche di averci messo un sacco di tempo a scegliere l'ambientazione e a scrivere >WW< (essendo la mia prima vera role ho cercato qualcosa di non troppo complicato xD). Spero comunque che ti vada bene °-°"
174 replies since 19/8/2009
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