Topi di Biblioteca. [PROVA]

Role tra Leo Baskerville e Albert Frozenrose

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    Sapeva perfettamente che uscire sarebbe stato un azzardo incredibilmente pericoloso per lui, dato che aveva un’intera associazione che gli dava la caccia con fin troppa convinzione.
    “Nemmeno fossi Satana” pensò infastidito, mentre soppesava l’ipotesi di sbattersene ed uscire ugualmente, come gli suggeriva il suo lato più impulsivo.
    Aveva bisogno di leggere.
    Lui aveva il bisogno fisico di leggere, ma nella magione c’erano solo libri sull’Abisso, i Sigilli ed i contraenti… insomma, nonostante fossero tornati tutti indietro nel tempo e quindi Elliot fosse momentaneamente salvo, lo infastidiva non poco leggere di cose che potevano ricongiungersi a ciò che era stata la sua morte.
    Non aveva la minima intenzione di leggere libri riguardanti l’Abisso, ma aveva assolutamente bisogno di leggere.
    La soluzione era abbastanza ovvia: biblioteca pubblica.
    E lui non poteva andarci, o si sarebbe fatto arrestare in meno di un paio di secondi.
    Sbuffò infastidito, decidendo che se davvero voleva uscire, doveva rendersi almeno un minimo irriconoscibile.
    Ripescò da un cassetto gli occhiali spessi che anni addietro gli aveva comprato Elliot e li mise, per poi mettersi i vestiti più anonimi che riuscì a trovare ed un mantello di un grigio spento.
    Si stiracchiò e tirò su il cappuccio, per poi guardarsi allo specchio: perfetto, non c’era praticamente nulla che potesse farlo associare a Leo Baskerville, quindi poteva uscire.
    Un altro lieve problemino era il fatto che –assurdamente, dato che lui in teoria doveva essere il “capo”- gli avevano imposto di non uscire.
    Riusciva vagamente a capire le loro ragioni, dopotutto avevano passato anni a cercarlo, ora non potevano rischiare che si facesse catturare come un beota… ma forse a loro sfuggiva il fatto che Leo non fosse affatto stupido e soprattutto che non ci tenesse per nulla a farsi un bel tour nelle prigioni di Pandora.
    Riuscì miracolosamente a sgattaiolare fuori e corse in direzione di Reveil.
    Odiava profondamente correre, ma non avevano cavalli ed evocare Jabberwock sarebbe stato oltremodo stupido, dato che stava appunto cercando di non farsi riconoscere ed un bestione di quattro metri per quattro non sarebbe affatto passato inosservato.
    In una mezz’oretta raggiunse la città e si intrufolò il più velocemente possibile all’interno della biblioteca pubblica.
    Per la prima volta da mesi si sentì a suo agio e inconsciamente sorrise, avvicinandosi agli scaffali. Prese un paio di libri che voleva leggere da secoli e cercò un tavolo da lettura vuoto e possibilmente appartato.
    Lo trovò dopo qualche minuto di ricerca e si sedette, aprendo uno dei libri che aveva preso.
    “Finalmente”.

    Edited by __Bad Apple__ - 17/8/2013, 13:23
     
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    2aimv07

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    Stordenti grida di dolore e incessanti lamenti di suppliche, rimbombavano ovunque, mentre il suono di un martello che sbatteva su di una superficie andava a zittirle.
    "Fate entrare il prossimo" con estrema freddezza ed impassibilità un uomo dalle lunghe vesti di color scuro e i lunghi capelli argentei si ergeva dietro ad un grande bancone in legno. Non c'era alcun dubbio il luogo era chiaramente un tribunale, ed egli doveva esserne il giudice.
    I pesanti urli si allontanavano a poco a poco mentre veniva fatta avanzare una nuova persona pronta per essere condannata a chissà quale crudele pena. Pietà non era di certo parola conosciuta a colui che con tanta freddezza emanava la sentenza.
    Concluso il suo giudizio alzò in alto la mano impugnando il martelletto di legno e con gran violenza lo scagliò contro il bancone. Inquell'istante dalla mano svanì completamente l'oggetto e soltanto la mano nuda andò a colpire il bersaglio, che tuttavia si era mutato in un grezzo tavolo fatto di assi di legno. Più e più volte ripetè lo stesso gesto colpendo con la mano chiusa a pugno il tavolo. La sua faccia era posata su di un pesante libro aperto, completamente nascosta dai suoi capelli. Probabilmente l'individuo mentre era immerso nella lettura era caduto in un sonno profondo ed inconsciamente aveva finito per immedesimarsi troppo nel sogno tanto da ricreare i suoi movimenti anche nella realtà.
    Ed ecco che nuovamente alzò la sua mano e con grande violenza colpì una delle facciate di un libro che stava leggendo un giovane lettore seduto lì da poco.
     
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1 replies since 30/7/2013, 18:48   77 views
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