Votes given by Fade To R e d

  1. .
    Ringraziò mentalmente il cielo quando Leo gli porse dei vestiti: una cosa era spogliarsi di fronte a lui, dormire nel suo stesso letto completamente nudo sarebbe stata completamente un’altra questione. Lo ringraziò e si infilò rapidamente gli indumenti, leggermente più grandi della sua taglia ma che comunque gli calzavano abbastanza bene. Certo, non capiva da dove fossero usciti dato che Leo era piccolissimo.
    -Hai un fratello?- chiese curioso –In questi ci entreresti due volte.- aggiunse divertito per poi sedersi sul letto.
  2. .
    Guardò Leo che si spogliava in silenzio, senza batter ciglio. Era quattro anni che condivideva la camera con un altro ragazzo, aveva visto quella scena più volte di quante avrebbe voluto per cui adesso gli era indifferente.
    Quasi per sfidarlo –come se non avesse già abbastanza freddo – si tolse la biancheria intima ed andò in bagno completamente nudo.
    Si chiuse la porta alle spalle e, dopo aver trovato degli asciugamani, entrò nella doccia ed aprì l’acqua calda. Ne aveva proprio bisogno, visto tutto il tempo che aveva passato al freddo e soprattutto sotto la pioggia, ormai rischiava di beccarsi un febbrone allucinante. Il contatto con l’acqua fu talmente piacevole che fu davvero tentato di rimanere lì per mezz’ora – cosa che avrebbe fatto, se non si fosse trovato a casa di un estraneo. Dopo aver chiuso l’acqua, prese uno degli asciugamani preparati prima e vi si avvolse dentro.
    Uscì dal bagno stiracchiandosi.
    -Immagino tu non abbia nulla che mi possa andare.- disse, guardando rassegnato i suoi vestiti totalmente fradici abbandonati su una sedia.
  3. .
    Quando Leo gli rispose, non sapeva se ridere o prenderlo a pugni. Ovviamente sapeva che si stavano baciando, diamine! Non era mica stupido! Certo, non era troppo scontato, doveva ammetterlo. Lui non era granché esperto per quello che riguardava i rapporti fisici: la sua infanzia era stata quasi completamente priva di abbracci, baci o carezze, ad esclusione di quelli con cui Vanessa o sua madre si ostinavano a tormentarlo di tanto in tanto, e di solito la massima dimostrazione d'affetto da parte dei suoi fratelli era stata qualche pacca sulla spalla o tirata di guance. Si poteva benissimo dire che le dimostrazioni di affetto plateali non fossero esattamente il punto forte del ramo maschile della sua famiglia, tutt'altro. Questo però non significava che non avesse idea di cosa fosse un bacio o come funzionassero altre cose - di cui era venuto a conoscenza solo grazie ad un'imbarazzante e inopportuna chiacchierata con Ernest.
    Si limitò a sbuffare e dargli una lieve spinta.
    « Non intendevo quello, geniaccio, » disse, per poi inspirare ed assumere un tono decisamente più serio e adatto all'argomento « intendo dire che gli amici non si baciano, soprattutto in quel modo. Credo sia meglio chiarire le cose tra noi due, prima di fare qualcosa di cui magari potremmo pentirci. » disse calmo, accorgendosi comunque di sembrare più negativo di quanto desiderasse. Lui e Leo erano amici da anni, ed Elliot era sicuro di non essersi mai affezionato ad una persona come aveva fatto con lui, ma era meglio non fraintendere nulla. Non voleva correre troppo e poi restare deluso.
  4. .

    Pandora Hearts Lottery
    La prima lotteria del Clockwise Doom GDR

    Benvenuti alla lottery ufficiale di inaugurazione del nostro GDR! Essendo appunto la prima in assoluto abbiamo deciso di farla proprio a tema Pandora Hearts, il manga su cui si basa la storyline del Clockwise Doom. Ma adesso passiamo al regolamento, ai premi e ai biglietti disponibili!

    REGOLE:
    - La Lottery dispone di 30 numeri, con 6 biglietti.
    - Possono partecipare solo forum e blog appartenenti ai circuiti.
    - Ogni forum può prenotare un solo numero.
    - Gli abbonati hanno diritto a due numeri in più, per un totale di tre numeri. Potete iscrivervi al nostro abbonamento, valido sin da subito, qui
    - Inserite in home il biglietto corrispondente al vostro numero. Nel caso di più numeri con biglietti diversi, inseritene ovviamente uno solo.
    - Per partecipare, compilate il seguente schema:

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    PREMI:
    Vincitori e Partecipanti riceveranno un award in ogni caso.
    Il Primo Classificato ha diritto a 6 premi.
    Il Secondo Classificato ha diritto a 5 premi.
    Il Terzo Classificato ha diritto a 4 premi.
    I Partecipanti hanno diritto a 2 premi.
    Ricordiamo che gli Abbonati hanno diritto ad un premio in più.

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    - Spam importante per tre settimane
    - Un numero in più alla nostra prossima lotteria
    - Nostra partecipazione ad una vostra lotteria/contest
    - Nostra iscrizione ad una vostra iniziativa
    - 3 voti ad un contest voti a cui partecipate
    - 15 Up ad un contest a cui partecipate
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    BIGLIETTI:

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    Edited by __Shiroi « - 14/8/2013, 15:44
  5. .
    Il ventesimo Jack si specchia nelle limpide acque di un lago e si innamora della sua immagine riflessa. Decide allora di baciarla, ma muore affogato...
    Amori pericolosi
  6. .
    Sera a tutti, sono capitato qui per caso e devo dire che mi piace molto questo Forum. Ma... come funziona? (Scusate la domanda idiota... Yohohoho). Spero di trovarmi bene. C ya!
  7. .
    Tirò un sospiro di sollievo nel sentire che il moro non avrebbe - almeno momentaneamente - attentato alla sua vita e si sciolse il cravattino, quando sentì l'altro dire che avrebbe dormito nel suo letto.
    A dirla tutta Elliot non capiva come Leo avrebbe potuto fare altrimenti, dato che il suo letto era praticamente diventato un deposito di libri che lasciava a malapena lo spazio per sedersi - come facesse il servo a dormirci era un vero mistero.
    Nonostante questo, non capiva il motivo di quella decisione improvvisa.
    «Perché? Cioé, capisco che il tuo letto ormai è diventato una libreria, ma è così da un bel po' e non ti sei mai proposto di dormire con me..»
  8. .
    Ascoltò tutto in silenzio, quasi trattenendo il fiato - che poi, respirava lui? Non ci stava capendo niente, a dirla tutta e non era esperto in "anatomia dei chain", se mai ne fosse esistita una.
    Non sapeva cosa dire. Certo, Leo aveva l'innata capacità, tramite discorsi e sotterfugi vari, di lasciarlo buona parte delle volte senza parole, ma quella volta era diverso. Non aveva la più pallida idea di come cominciare.
    Cosa dici normalmente al tuo servo quando ti racconta cosa è successo durante i due anni in cui sei stato morto? senza dubbio era una bella domanda, il problema stava nel trovare una risposta. Non riusciva a pensare a parole che non fossero inutili, stupide o scontate, e lui non era niente di tutto quello.
    Si concesse un sospiro, cercando tra tutte le combinazioni di parole possibili quella che gli sarebbe servita, ma a quanto pare l'intelletto in quel momento non giocava a suo favore, per cui decise di giocare d'impulso.
    Lo guardò negli occhi come era riuscito a fare solo pochissime volte nella sua vita e gli accarezzò una guancia nel modo più affettuoso che la sua rigidità naturale riuscisse a concepire, sapendo che quella carezza non sarebbe bastata a rimpiazzare anni di mancanza.
    «Mi dispiace, Leo, mi dispiace davvero tanto.» gli disse con un sorriso triste, incapace di trovare parole migliori .
  9. .
    Aprì immediatamente gli occhi al suono dei fuochi - anni di addestramento erano pur serviti a qualcosa, ed aveva bisogno di sapere quanti e quali fossero i concorrenti ancora in gara - ma non servì a molto, dato che non riuscì a fare a meno di scattare verso di Leo quando lo vide cadere in ginocchio come se avesse perso di colpo forza nelle gambe.
    Sua cugina, come aveva appena visto, era stata tra le prime a morire, quindi probabilmente aveva elaborato la sua morte in qualche strano modo nel frattempo, ma ciò non toglieva il fatto che perdere qualcuno di caro è sempre un bruttissimo colpo.
    Non era un esperto di rapporti fisici - o meglio, non di quelli "pacifici" - e non era poi così bravo con le persone, ma quando vide il moro, immobile, che tratteneva in una maniera platealmente stupida le lacrime, non poté fare a meno di iniziare a setacciare quel poco cervello lucido che restava per trovare un modo di stargli vicino.
    «Può sembrare scontato, ma stai bene?» gli chiese serio, posandogli una mano su una spalla e sporgendosi verso di lui.
  10. .
    ... quelli erano guai seri. Sapevano tutti - no, veramente solo lui, ma quello era un altro discorso - che Leo non ringraziava. O almeno non in quel modo, specialmente dopo un attentato ai sacri capelli.
    Certo che però, contando che alla fine non aveva raggiunto il risultato sperato, il moro non poteva prenderla così tanto con lui, no? Ovvio che poteva, il suo servo era quel ragazzo che lanciava libri alle persone anche per motivi stupidi come due parole scambiate in biblioteca, lo stesso che aveva quasi ucciso un bambino con un vaso per... aver tentato di tagliargli i capelli.
    Sospirò rassegnato ed uscì dal bagno sbadigliando. Nonostante tutto aveva ancora un sonno pazzesco, stupidi incubi... beh, almeno dopo la "chiacchierata" di poco prima poteva saperne di più, ma ciò non significava che l'avrebbero abbandonato.
    «Credo che andrò a letto.» disse stiracchiandosi, contando che la furia omicida causa taglio di Leo si fosse placata nel frattempo.
  11. .
    34j7k8k

    Tempo indefinito, prima della saga di Yura.

    Non era particolarmente contenta di trovarsi lì.
    Di solito le piaceva uscire in compagnia di Oz e gli altri per qualche missione, o anche solo per fare la spesa e costringere Gilbert a comprarle tutta la carne che voleva, ma doveva ammettere che la Lutwidge non le piaceva per niente.
    Forse perché la prima volta che vi avevano fatto visita aveva perso di vista il suo contraente, ritrovandolo col morale sottoterra e un'incontro ben poco amichevole con i Baskerville, forse perché era costretta a indossare quella strana divisa elegante e legarsi i capelli, forse semplicemente per l'odore che aleggiava tra i corridoi.
    Anzi, il concentrato di odori.
    Era un misto di polvere, carta e qualcosa che le ricordava fastidiosamente l'Abisso.
    Starnutì per quella che doveva essere la millesima volta nell'arco della giornata e maledisse lo zio di Oz per averli spediti lì senza un motivo apparente, o almeno senza un motivo che qualcuno si fosse degnato di riferire a lei.
    Stufa di vagare senza meta per la scuola, si diresse a passo di marcia verso una grande porta di legno massiccio e la spinse con forza, ritrovandosi in una grande sala silenziosa piena di scaffali dai quali straripavano libri di tutti i tipi.
    L'odore di carta e polvere era più forte che mai e per un attimo dovette coprirsi il naso con la manica della giacca, ma assieme ad esso riuscì a percepire qualcosa di nuovo, un profumo familiare che le fece mancare il fiato.
    "Ma che...", borbottò sorpresa, arricciando le narici e seguendo quella strana scia lungo la biblioteca, sino a ritrovarsi davanti a un ragazzino accucciato in un angolo a leggere.

    Ta-daaà! Ahem, ecco, spero che come inizio vada bene, non mi è venuto in mente altro su loro duehfdksfh-
  12. .
    Difensivi, i piccoletti. Decisi di arrivare dritto al punto della questione.
    «Potresti aver ragione, piccolo quattrocchi» replicai, con un ghigno. «Ma ho molte possibilità di scoprire molto di più. Non credere che Jack Vessalius sia la mia "unica ancora di salvezza", perché se in tutta la mia vita ho scoperto molte cose riguardo a Sablier potrei tranquillamente continuare prima di morire, e sicuramente arrivare a scoprire cosa successe. Ma vedi, caro piccolo quattrocchi, ho intenzione di fare le cose più velocemente possibile.» dissi. «O forse non ci avevi pensato?»
    Feci un sonoro sbadiglio. «Ah, caro. Tu dici che il fatto che sei un Baskerville è chiaramente una balla. Ma sai benissimo che io non mento, anzi, alludo alla verità tralasciando i dettagli. Ma la decisione di non credermi è tutta tua.»
    Osservai poi, di nuovo, il biondino Vessalius. «Piuttosto, non ho voglia di sprecare tempo che posso utilizzare per attuare il mio piano.»
    Diedi un colpo allo stomaco con il ventaglio al piccolo Vessalius, che tanto piccolo non era d' età, e poi lo afferrai per il colletto della camicia.
    «Mi rammarica molto dover fare questo, biondino. Ma devo creare una situazione di pericolo, affinché Jack esca.»
  13. .
    Immerso com'era nei suoi pensieri non si era minimamente accorto del fatto che Leo si fosse svegliato e di conseguenza trasalì nel sentire all'improvviso la sua voce. Si voltò di scatto; per poco non gli venne seriamente un colpo, di quanto fu preso di sorpresa e avesse già di suo i nervi a fior di pelle. Sospirò malamente, facendo scivolare via lo spavento ed elaborando la domanda. Era retorica, perchè tanto lo sapeva anche lui che gli uomini di Pandora erano proprio alle porte della locanda.
    Oz non ebbe comunque il tempo di formulare una possibile risposta che già il moro era in piedi a rimettersi i vestiti. Avrebbe voluto seriamente riportarlo a letto, perchè - Porca miseria! - Pandora o meno, era quasi morto dissanguato e la ferita al braccio era tutt'altro che guarita.
    « Leo! » provò a richiamarlo, con tono quasi di rimprovero, ma in un attimo l'altro era già bello che vestito e l'unica cosa che era rimasta al Vessalius da fare era quella di seguirlo con lo sguardo mentre si avvicinava alla finestra, accanto a lui. Il moro diede un'occhiata fuori, constatando da sé che sì, gli uomini di Pandora erano lì e stavano scorrazzando per la viuzza proprio lì sotto, ed espose al biondo il suo piano. Oz per un attimo non credette alle sue orecchie. Voleva davvero utilizzare il suo Chain? Ma era impazzito o cosa!?
    Sembrava proprio che con l'arrivo dei contraenti di Pandora il Baskerville si sentisse autorizzato a fottersene altamente delle sue condizioni fisiche; peccato che Oz non era per niente di quell'idea.
    « Leo, dannazione! » lo ammonì concitatamente di nuovo, afferrandolo per il braccio non ferito stavolta, quasi come ad attirare di più la sua attenzione « Non sei ancora nelle condizioni nemmeno di alzarti! » continuò con la paura e la preoccupazione per il moro che guidavano le sue parole « Come diavolo pensi di-- » Si interruppe poi, mordendosi la lingua e abbassando lo sguardo, mentre la rabbia del momento scemava pian piano via « ...di usare così presto il potere di Jabberwock...? »
    Capiva lui stesso che non potevano permettersi di rimanere lì - Oz non era così stupido - però non voleva che Leo si affaticasse troppo. Anche se la ferita aveva smesso di sanguinare, era lo stesso preoccupato, fottutamente preoccupato per la sua salute, e non poteva farci proprio nulla.
    Non c'è proprio altro modo per uscire da questa situazione?
    Lasciò che la mano scivolasse via, allentando progressivamente la presa sulla stoffa, e l'aria fuoriuscisse dai suoi polmoni in un sospiro.
  14. .
    Sentire la mano di Leo all'altezza del cuore fece, per un attimo, sussultare leggermente Oz. Aveva paura che stesse per dire qualcos altro sul sigillo nero che gli marchiava il petto - non avrebbe sopportato di trovare ancora nelle sue iridi viola quella velata tristezza data dalla consapevolezza di non poter far niente, almeno per il momento - ma il vederlo calmo e per niente allarmato lo fece tranquillizzare - un po' emozionare, a dirla tutta, visto che stava ascoltando il battito del suo cuore irregolarmente veloce; arricciò quindi d'istinto le labbra in un sorriso, nonostante l'altro, ad occhi chiusi, non potesse vederlo. Quando il moro gli si accoccolò al petto, fece anche lui la stessa cosa, avvicinandosi di più, abbracciandolo e assaporando il tepore del corpo di Leo; era così piacevole e rilassante, che non poté fare a meno di chiudere anche lui gli occhi e lasciarsi trasportare dalle sensazioni.

    Non seppe dire con esattezza se si fosse addormentato per un po' o fosse semplicemente entrato in dormiveglia - né tanto meno quanto tempo fosse passato - ma dopo quella che gli era sembrata solo una manciata di minuti, aprì gli occhi con un sussulto.
    Un tonfo, proveniente dal piano di sotto, e a giudicare dallo strano trambusto che veniva da fuori non era stato lui ad immaginarselo. Cercò di alzarsi dal letto senza svegliare Leo - o almeno gli sembrava che stesse dormendo - e soprattutto senza fargli male. A ben vedere dalle fasciature la ferita aveva smesso di sanguinare copiosamente e questo era davvero un bene, quindi cercò di fare il più delicatamente possibile. Una volta in piedi, si infilò velocemente almeno la camicia e la biancheria e si diresse alla porta. Si sentiva stranamente allarmato e sperava con tutto il cuore che quella brutta sensazione fosse solo stanchezza o cose così.
    Accostò l'orecchio al freddo legno scuro, tentando di distinguere un po' di suoni. C'era un grande vocio e scalpitio al piano inferiore - la voce urlante che sovrastava tutte le altre era sicuramente quella della oste - mentre altri rumori che non riusciva a riconoscere facevano da sottofondo. Tutto ciò non portava nulla di buono.
    Si spinse via dalla porta, facendo leva sul braccio, per avvicinarsi veloce alla finestra. Parte del baccano veniva proprio dall'esterno e in quel modo sarebbe stato più facile capire cosa stesse succedendo. Scostò di poco la tenda, senza farsi vedere, lasciando cadere lo sguardo sulla stradina lì di fronte - ancora bagnata per via del precedente acquazzone - e vide correre e parlare animatamente diverse persone con una divisa bianca e nera che conosceva fin troppo bene. Sentì lo stomaco contrarsi in una fitta di dolore.
    Gli uomini di Pandora!?
    Un'ondata di panico lo lasciò pietrificato per qualche attimo davanti al vetro ancora puntellato d'acqua, prima che afferrasse la stoffa e tirasse le tende, come se quel gesto potesse in qualche modo tagliare tutto il resto fuori e non vi fosse più pericolo.
    Rimase qualche attimo a maledirsi per non aver pensato che, in fin dei conti, Leo aveva ragione a preoccuparsi della possibilità di essere trovati da Pandora; e adesso che erano davvero lì, che cosa doveva fare? Il moro non era di certo nelle migliori condizioni per mettersi a fuggire, né tanto meno a correre o cose del genere, e nemmeno lui era messo eccessivamente bene, ma non aveva comunque intenzione di permettere proprio a nessuno di portare via il Baskerville.
    Iniziò a guardarsi intorno con fare nervoso. Doveva trovare una soluzione, e alla svelta.
  15. .
    Emise un lievissimo sospiro di sollievo quando Leo intervenne, prendendo la parola. Per un attimo si era seriamente trovato in difficoltà e il fatto che il moro avesse comunque preso le sue "difese" l'aveva fatto calmare; non del tutto, okay, ma a sufficienza per riprendere il controllo di sé e valutare che cosa fare con più lucidità. Nonostante tutto non aveva mandato le cose all'aria - come si era aspettato che succedesse - nel dire di non essere in grado di far uscire fuori Jack; ciò evidentemente significava che Barma aveva qualche altra carta da giocare e che la partita non si era ancora chiusa. Sbuffò mentalmente. Già, per lui era tutto un gioco, quella faccenda, un passatempo come un altro, che gli sarebbe anche tornato utile se avesse ottenuto le informazioni che voleva.
    Tch, staremo a vedere.
    Oz non riusciva proprio più a digerirlo. Gli dava seriamente sui nervi, quel tipo. Si divertiva a prendere lui e Leo per i fondelli, come se entrambi fosse troppo stupidi per capirlo - o lui troppo intelligente per loro - e questo lo faceva letteralmente imbestialire. Credeva che mai, mai, in vita sua avrebbe trovato un essere più irritante di Break; l'albino aveva l'innata capacità di innervosirlo fino a livelli esasperanti, ma - Cristo! - quell'uomo lo faceva incazzare mille volte di più.
    Rimase in silenzio ad osservarlo, mentre il rosso si rivolgeva a Leo e poi tornava a puntare le sue iridi dal colorito spento su di lui. Sembrava quasi che lo stesse abilmente scrutando fin dentro i meandri più oscuri della sua anima, ma non abbassò lo sguardo; al contrario, lo sostenne, senza timore.
    « Vanta una grande conoscenza, duca Barma. Immagino sappia già la risposta » rispose secco, spostandosi di qualche passo verso destra, in modo che il ventaglio non fosse più puntato nella sua direzione. Una mossa un po' sfacciata e quasi provocatoria, dovette ammetterlo, che in circostanze normali non avrebbe fatto. Ma già odiava particolarmente quando si cominciava a parlare di Jack Vessalius così sfacciatamente - in fin dei conti quel corpo era il suo, dannazione, ma ogni volta era come se non fosse altro che un mero pupazzo, il cui unico compito era permettere all'eroe, quando più gli aggradava, ovviamente, di tornare "in vita" attraverso di lui- ora non aveva proprio la pazienza necessaria per continuare a stare al suo gioco.
    « Risparmi il fiato per domande superflue e inutili »
15 replies since 20/1/2008
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